Victoria Semykina
Dietro le illustrazioni di Bottom Up! si nasconde Victoria Semykina, giovane artista russa arrivata a Bologna per mano della sua stessa passione. Studentessa di una Scuola d’Arte dall’età di 5 anni e, qualche anno più tardi, di un liceo artistico e dell’Accademia delle Belle Arti di Mosca, è una di quelle persone che può dire di aver sempre saputo cosa fare da grande.
Con maglia a righe, occhi sognanti e bici rossa legata sotto casa, potrebbe essere l’incarnazione di uno dei suoi personaggi: si è innamorata della Bologna solare, aperta e vivace in cui ha terminato i suoi studi al punto da adottarla come città di residenza e il suo stile si distingue per il suo carattere libero e a tratti umoristico - “o perlomeno questo è quello che mi dicono” specifica. Insomma, uno stile che a Bottom Up! calza letteralmente a pennello, così come la filosofia che guida la mano di Victoria: “mi capita spesso di ricordare ai miei studenti di disegnare l’architettura percependola come artisti e non come progettisti”, ci svela: “il progettista, infatti, quando deve disegnare un’architettura deve rispettare calcoli volumetrici e proporzioni rigorose. L’artista, invece, per disegnare la stessa architettura deve riuscire a percepirne la musica, l’atmosfera, la vita quotidiana che ogni giorno brulica al suo interno: insomma, è assolutamente libero”.
Con maglia a righe, occhi sognanti e bici rossa legata sotto casa, potrebbe essere l’incarnazione di uno dei suoi personaggi: si è innamorata della Bologna solare, aperta e vivace in cui ha terminato i suoi studi al punto da adottarla come città di residenza e il suo stile si distingue per il suo carattere libero e a tratti umoristico - “o perlomeno questo è quello che mi dicono” specifica. Insomma, uno stile che a Bottom Up! calza letteralmente a pennello, così come la filosofia che guida la mano di Victoria: “mi capita spesso di ricordare ai miei studenti di disegnare l’architettura percependola come artisti e non come progettisti”, ci svela: “il progettista, infatti, quando deve disegnare un’architettura deve rispettare calcoli volumetrici e proporzioni rigorose. L’artista, invece, per disegnare la stessa architettura deve riuscire a percepirne la musica, l’atmosfera, la vita quotidiana che ogni giorno brulica al suo interno: insomma, è assolutamente libero”.