Un modello virtuoso di ascolto e trasformazione
di Massimo Giuntoli, Presidente Ordine Architetti Torino
Italo Calvino, che nel Dopoguerra trascorse a Torino prima gli anni dell’Università e poi lavorando per l’editrice Einaudi, è stato un grande osservatore e definitore dell’anima delle città. “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una domanda”. Le domande che le città e le comunità chiedono oggi sono innumerevoli e hanno a che fare con l’integrazione, la crisi climatica, il mondo che dovremo pensare usciti dal tunnel della pandemia.
Con Bottom Up! abbiamo provato a dare qualche risposta, sperimentando un modello virtuoso di ascolto e trasformazione dei bisogni dei luoghi e di chi li abita in processi nei quali l’architettura innesca un cambiamento. È stata un’esperienza che porterà nel 2021 alla genesi di nuovi spazi con funzioni diverse che tutti insieme svolgono una funzione di rigenerazione della città. Il meccanismo del nuovo festival, concepito dall’Ordine degli Architetti di Torino insieme alla Fondazione per l’architettura / Torino, si è mosso nella direzione di una collaborazione pubblico-privato, dal basso verso l’alto, nella convinzione che questo modello, come dimostrano esperienze a Londra, Lione, Liverpool, Manchester, Rotterdam e in tante città d’Europa, è in grado di pensare e ridisegnare le città del futuro. Ed è attraverso il meccanismo del crowdfunding che le persone hanno potuto partecipare e sostenere Bottom Up!: la raccolta fondi online è stata un grande acceleratore di business urbano e sociale.
L’augurio è che, una volta ultimati, i progetti di Bottom Up! generino una rinnovata socialità nei diversi luoghi di Torino dove sono stati immaginati; allo stesso tempo speriamo che la nostra esperienza possa diventare un modello anche in altre città italiane e possa essere d’impulso per inserire il crowdfunding e il modello pubblico-privato nel quadro di una nuova Legge sull’Architettura.
Il meccanismo del nuovo festival si è mosso nella direzione di una collaborazione pubblico-privato, dal basso verso l’alto, nella convinzione che questo modello sia in gradi di pensare e ridisegnare il futuro.