La città Bottom Up
La nostra raccolta fondi, lanciata a settembre 2020, ha raggiunto il 100% degli obiettivi prefissati dagli 11 progetti di rigenerazione urbana dal basso. Sono stati raccolti in tutto oltre 142 mila euro di donazioni, provenienti da oltre 900 cittadini attraverso il crowdfunding, a cui si sono aggiunte le donazioni speciali di Iren, CNAPPC, Consulta Valorizzazione Beni Artistici e Culturali Torino, Fondazione per l’architettura / Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Idrocentro. Il successo dell’esperimento permetterà alle associazioni, ai progettisti e agli architetti partecipanti alla prima edizione di Bottom Up! di cambiare il volto di diversi luoghi, comunità e spazi, distribuiti in tutta la città di Torino.
“I processi di trasformazione proposti nell’ambito dell’iniziativa rappresentano il concretarsi degli obiettivi che ci siamo posti nell’ambito del Piano d’azione Torino 2030, tesi a realizzare una città dinamica e vivibile – dichiara l’Assessore all’Urbanistica della Città di Torino, Antonino Iaria – La Città condivide ed appoggia questo progetto come processo virtuoso di trasformazione e recupero di alcune aree urbane sottoutilizzate, in particolar modo quelle più periferiche, attraverso la sperimentazione e l’innovazione, promuovendo una qualità della vita e dell’ambiente diffusi sul territorio. L’Amministrazione intende quindi porre le basi per un impegno a lungo termine nel sostenere questa modello di progettazione dal basso e di partecipazione pubblica alla sua attuazione, dandone visibilità e impegnandosi a favorire il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dei progetti proposti. Riteniamo l’idea vincente come modello di partecipazione sociale, essendo di fatto rivolto a progetti di riqualificazione che favoriranno l’inclusione sociale, l’accessibilità e la sicurezza dello spazio pubblico in particolar modo in quegli ambiti di città più sensibili.”
Patrocinando il festival, la Città di Torino dimostra la validità di Bottom Up! come un modello per tracciare dal basso nuove idee di rafforzamento della coesione sociale e rigenerazione della città. Il modello vincente made in Torino, alla sua prima edizione, può diventare un format di innovazione urbana dal basso, potenzialmente esportabile e replicabile in altre città d’Italia. Le idee generate per la città del futuro rappresentano l’esperimento urbano di Bottom Up!, che ha coinvolto direttamente la comunità degli abitanti per diffondere la conoscenza dell’architettura contemporanea e favorire pratiche di trasformazione urbana. Al centro della riflessione, in particolare, le ricadute sull’organizzazione dei contesti urbani anche in relazione alla crisi climatica, sulla progettazione degli spazi abitativi e sulla vita delle comunità, puntando sull’integrazione e l’inclusione.
“Bottom Up! è un esperimento che fa dell’architettura un motore di trasformazione della coesione sociale e delle comunità urbane. In oltre un anno, abbiamo lavorato creando un’ampia rete di soggetti, professionisti e istituzioni che hanno creduto e sostenuto questa filosofia. Ci auguriamo che la rete nazionale degli architetti ci aiuti a trasformarlo in modello esportandolo in tante altre città d’Italia” dichiara Alessandra Siviero, presidente della Fondazione per l’architettura / Torino.
“Con Bottom Up!, ricordando come Italo Calvino sia stato un grande osservatore e definitore dell’anima delle città, abbiamo investito in un processo virtuoso di ascolto e trasformazione dei bisogni dei luoghi e di chi li abita, in processi nei quali l’architettura innesca un cambiamento. È stato un esperimento, che porterà quest’anno alla genesi di nuovi spazi con funzioni diverse che tutti insieme svolgono una funzione di rigenerazione della città” dichiara Massimo Giuntoli, presidente dell’Ordine Architetti Torino.
“Esattamente un anno fa comunicavamo i progetti selezionati di Bottom Up. Erano allora solo dei desideri, oggi sono realtà. Il festival, nato come processo sperimentale di trasformazione urbana, ha avuto la forza di generare concretamente azioni di trasformazione urbana e sociale. Questo grazie alla positiva risposta di cittadini ed istituzioni. Oggi presentiamo l’intero percorso del festival, vengono illustrati i numeri, i progetti e fatta un’analisi dettagliata dei risultati conseguiti. Con l’auspicio che possa divenire uno degli strumenti di trasformazione delle città” approfondisce Eleonora Gerbotto, direttore della Fondazione per l’architettura / Torino.
I progetti
I progetti di Bottom Up!, in fase di realizzazione, sono Miraorti, gli orti urbani diffusi che si estendono su una superficie di 6 ettari a Mirafiori Sud; in Barriera di Milano al Forno Sociale S.P.I.G.A. dove la panificazione diventa essenziale per la costruzione di comunità e Risorgimento Social Club che vedrà l’ampliamento e la rigenerazione degli spazi del Circolo Risorgimento, storica bocciofila ANPI. In Via Cavagnolo, sede del Piccolo Cinema curato dai fratelli e registi De Serio, prenderà avvio Una pietra tira l’alta, il progetto partecipato di incremento della vitalità culturale e aggregativa del quartiere, come il progetto Cortile Mondo che propone, con un percorso inclusivo, un intervento sul verde per far divenire il giardino della Scuola Chagall uno spazio pubblico aperto al quartiere Aurora e alla città e un’azione di creazione di comunità con laboratori e attività di animazione degli spazi del cortile-giardino. Lo Spazio di Mezzo in Via Medici (tra Cit Turin e Campidoglio) rappresenta invece un nuovo luogo di scambio culturale tra la comunità cinese e la città. In Centro, in Via Giolitti Cort.lì realizzerà un hub a forte valenza comunitaria in cui le persone diventeranno parte attiva delle proposte educative e ludico-ricreative. Per i 10 anni della casa del quartiere di San Salvario con Stiamo Freschi 10×10 l’intervento ridisegnerà alcuni spazi comuni rendendoli più green e accessibili; Ruota di Scarto è un food truck itinerante tra Porta Palazzo e gli altri mercati torinesi per la raccolta, la trasformazione e la distribuzione delle eccedenze alimentari. Wall Coming! è il progetto che consentirà di realizzare un teatro all’interno del carcere minorile del Ferrante Aporti, gestito dai ragazzi detenuti; l’arte è un mezzo di riabilitazione anche nel progetto Hear Me, che sorgerà in Borgo San Paolo al Giardino Piredda, una serie di installazioni sonore, un mezzo di ascolto rivolto in particolare agli utenti dei centri di salute mentale che affacciano sul giardino. Il meccanismo del nuovo festival, si è mosso nella direzione di una collaborazione pubblico e privato, dal basso verso l’alto, nella convinzione che questo modello, come dimostrano esperienze a Londra, Lione, Liverpool, Manchester, Rotterdam e in tante città d’Europa, è l’unico in grado di pensare e ridisegnare le città del futuro.
I partner e gli sponsor
Il festival si è tradotto in un esperimento di successo grazie a chi ha creduto nella sua realizzazione sin dall’inizio. Si ringraziano:
- PARTNER ISTITUZIONALI E PATROCINI
Città di Torino | Città Metropolitana di Torino | Regione Piemonte | Consiglio Nazionale Architetti | Politecnico di Torino | Ordine Architetti Milano - CON IL CONTRIBUTO DI
Camera di Commercio di Torino | Fondazione Compagnia di San Paolo - PARTNER SCIENTIFICI
Itinerari Paralleli | Planet Smart City | Torino Social Impact - PARTNER
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia | Circolo del Design | Combo | Fondazione Ordine Architetti Milano | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo | Green Pea | IAAD | IED | Mercato Centrale Torino | Nesta Italia | Opera Barolo | Plart | Polo del ‘900 - COLLABORAZIONI
Scuola Holden | Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino - SPONSOR
Dierre | Fresia Alluminio | Idrocentro | Iren | REbuilding network | Starteed - SUPPORTER
Sikkens - MEDIA PARTNER
Il Giornale dell’Architettura | Rotta su Torino
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