I risultati di Bottom Up!
La prima edizione di Bottom Up! è arrivata alla sua conclusione. Ora è il momento di fare il punto sulle donazioni raccolte durante le campagne di crowdfunding che permetteranno ai progetti di entrare nel vivo della loro concretizzazione. “Un momento importante che abbiamo festeggiato con tutta la città attraverso una celebrazione simbolica” spiega la presidente della Fondazione per l’architettura / Torino Alessandra Siviero “illuminando la Mole Antonelliana durante la notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre: le idee partite dal basso arrivano fino in cima alla Mole Antonelliana e presto diventeranno luoghi e spazi aperti per la città del post-Covid”.
Le donazioni attraverso il crowdfunding e le donazioni speciali sono state fondamentali per avvicinare i progetti del festival sempre più agli obiettivi prefissati; in particolare, tra le donazioni speciali a sostegno dei progetti si segnalano il Consiglio Nazionale Architetti, la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali, cui aderisce anche l’Unione Industriale Torino, Idrocentro S.p.A. e la Fondazione per l’architettura / Torino.
Ben 8 progetti su 12 hanno raggiunto il goal, grazie alle 891 donazioni sono stati raccolti 115.000 euro, pari all’80% della somma degli obiettivi delle iniziative coinvolte: Cortile Mondo, Forno Sociale S.P.I.G.A., WALL Coming!, Miraorti, Pietra Alta, Corti.lì, Hear me e State freschi! 10×10.
Gli altri progetti selezionati per il festival proseguono le campagne di raccolta fondi e due di questi hanno già raggiunto metà dell’obiettivo prefissato.
Come affermato da Massimo Giuntoli, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino: “Il festival rappresenta un modello che speriamo di esportare in altre città italiane ed estere. Un modello inclusivo, fatto di storie, quartieri e comunità che pone al centro il lavoro e la competenza degli architetti”.
Tra le prossime iniziative in programma, la redazione di un report per restituire i risultati del festival non solo ai progetti coinvolti, ma anche alla comunità e ai cittadini che li hanno sostenuti, nella convinzione che questa esperienza possa essere un modello virtuoso e replicabile.