CORTI.Lí

CORTI.Lí _spazio e tempo per essere

Sui cortili alberati e comunicanti tra via delle Rosine e via Giolitti in centro a Torino si affacciano attività che ogni anno sono frequentate da 3600 famiglie, 600 studenti e 9000 fruitori adulti, dal mattino (servizi educativi) alle ore notturne (intrattenimento e cultura). Il progetto mira a trasformare i cortili in un luogo di connessione delle persone che li abitano, realizzando un hub a forte valenza comunitaria in cui le persone diventino parte attiva delle proposte. Il festival sarà l’occasione per l’ingaggio partecipativo della cittadinanza attraverso un’installazione ludico creativa.

Soggetti proponenti

OMI Opera Munifica Istruzione, Cooperativa Proges - Nido della Musica, Casa maternità Prima Luce, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, Il Centralino Club, L'Uovodicolombo

Architetto

Lidia Re

Il quartiere, pur offrendo opportunità, manca di continuità di spazio tempo e relazioni di ingaggio della cittadinanza. I cortili vogliono rispondere a questo bisogno e farsi luogo aperto, attrattivo, inclusivo, pensando alla rigenerazione urbana come rigenerazione di legame sociale. Per questo OMI Opera Munifica Istruzione ha in programma, nel prossimo triennio, la loro riqualificazione.

Il loro stato presenta una stratificazione dei sedimenti nel tempo che ha lasciato tracce frammentarie e discontinue (edifici, vegetazione, posa). L’idea di riqualificazione parte dalla volontà di ricostruire un’immagine unitaria, valorizzando la pluralità di attività, presenti e possibili, tra metafora e concreta trasformazione in grado di veicolare in maniera chiara l’intenzione progettuale: da luoghi qualsiasi a luoghi speciali per favorire legame sociale. I cortili dovranno diventare una sicura ed accogliente trama, che renda possibili attività ed eventi aperti alla città. Materialmente, la sistemazione intesserà: regimazione delle acque meteoriche, predisposizione di linee di illuminazione scenografica, prese di corrente, installazioni sonore, pavimentazione permeabile e non, verde e installazione di elementi di arredo per rimediare alla frammentazione, dando unitarietà allo spazio aperto, componendo e facilitando usi diversi (gioco, sosta, incontro) e mitigando la disturbante presenza di manufatti ed opere (scale e uscite di sicurezza).

In questo contesto, il festival è occasione di ingaggio partecipativo della cittadinanza attraverso un’installazione ludico creativa, ideata e realizzata dall’architetto M. Fusina, a partire da un programma comune aperto alla cittadinanza:

  1. Festai di fine anno al Nido della Musica e Minuscoli
  2. Festival Cori
  3. Lavoratori di educazione all’immagine
  4. Chiosco bar

Un programma, quindi, ideato dalle diverse realtà che si affacciano sui cortili, che rilancerà un dialogo sul tema del legame tra persone e spazi in cambiamento. Le suggestioni per la reinvenzione degli spazi che emergeranno, saranno approdo per progettare il cortile immaginato. Inoltre, le comunità esploreranno le trasformazioni oggetto del crowdfunding, attraverso sguardi futuribili e rendering posizionati nei punti di attuazione. Quale vantaggio porta questa trasformazione? Quella di mettere dentro ad un pensiero comune la cittadinanza e le istituzioni, rispondendo così alle raccomandazioni europee che invitano a innovare, a investire sul locale ma con un’ottica larga, espansa e di chiara intenzionalità sociale. Può uno spazio divenire un “non luogo qualsiasi”? “La rigenerazione – dice Zandonai – è un processo che arricchisce economia e relazioni, una sfida che chiama in causa beni intangibili come la partecipazione dei cittadini a processi deliberativi e a contribuire alla soluzione di grandi questioni come il lavoro, la mobilità, la ricostruzione dei tessuti sociali”.

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